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mercoledì 14 luglio 2010

Intervista a Giovanni Tamburi, T.I.P.

Le opinioni sulla recente crisi economica sono tante e varie. Pubblichiamo un articolo di Felice Capretta apparso su Informazione scorretta che ci è piaciuto molto e che rivela i meccanismi alla base dei ragionamenti di alcuni addetti ai lavori. Lasciamo giudicare a voi.
Intervista a Giovanni Tamburi, T.I.P.

Nel silenzio dell'ufficio improvvisamente parte il riff di chitarra. Immediatamente l'open space si riempie delle note della memorabile notte in cui in Nirvana si esibirono nel loro concerto Unplugged, e Kurt Cobain attaccava la cover di The Man Who Sold The World di David Bowie.

Non ci sono parole per evocare quella note, o la si conosce o non la si conosce, già dalle prime due note.

Ah, già, è il mio telefono che suona.

All'altro capo del filo metaforico (dal momento che è un cellulare) c'e' Andrea, che mi chiede se ho voglia di fare un'intervista di quelle che non si scordano.

"Andrea, te l'ho già detto: o mi fai intervistare papa Ratzinger in esclusiva per Informazione Scorretta o non se ne fa niente".

"Felice, papa Ratzinger ha l'agenda piena, lo sai, c'e' un buco non prima del 3 settembre 2011"

"Niente da fare, il 3 settembre del 2011 mi scade lo yogurt al cocco"

"Ok, niente Ratzinger. Che ne dici di TIP?"

"Si, Tip, certo. E Tap no, che poi si offende? E Minni, non la intervistiamo? Andrea, stai bene, vero?"

"Ma no Felice, TIP spa, Tamburi Investment Partners, 'gnurànt! Ti interessa farci due chiacchiere? E' disponibile ad incontrare blogger di peso che parlano di economia"

"Mmmmm...ok, quando vuoi, tranne il 3 settembre 2011 che con lo yogurt al cocco non si scherza"


E così, con questa telefonata surreale, che è nato il post che vi proponiamo oggi.

Abbiamo così avuto il piacere di incontrare a Milano Giovanni Tamburi, presidente di Tamburi Investment Partners, società per azioni quotata alla borsa di Milano.

Questo è il resoconto di quella giornata.


L'incontro

Tamburi ci riceve nella sua ampia sala riunioni. Due chiacchiere cordiali nella grande sala, poi a pranzo tocca ai blogger: Bimboalieno, MercatoLibero, Informazione Scorretta.

Mercato Libero parte subito con una serie di domande di taglio più tecnico riguardo la società ed il mondo economico italiano e non solo, che potrete approfondire andando a visitare il blog oggi stesso così come l'ottima review complessiva di Bimboalieno: La Crisi Ha Ucciso I Trend.

Pian piano poi il discorso si sposta verso lo scenario macro, ed è lì che il vostro caprino cronista ha avuto l'opportunità di sentire - e riproporvi ora - l'opinione di una persona che, comunque la si guardi, conosce molto bene l'economia ed ha una mano sensibile sul polso dell'economia italiana, oltre ad una visione chiara dell'economia mondiale.

Domanda:

Nella vita ci sono alcuni eventi che ricordiamo per sempre. La prima volta che prendiamo un temporale senza ombrello, il primo bacio, e molti altri. Ci rimangono impressi nella memoria e ci ricordiamo esattamente cosa stavamo facendo in quel momento, dove eravamo, in alcuni casi anche cosa vestivamo. Se parliamo di scenario macro, partiamo da un evento che è rimasto sicuramente nella memoria di tutti: la caduta di Lehman Brothers. Lei che ricordo ha di quell'evento?

Tamburi ci sorprende subito con un'opinione molto precisa su Lehman Brothers:

Nel 2005 affermavo che tutte quelle bancacce prima o poi sarebbero fallite [....] non possono vivere della vacuità dei loro prodotti.

Vacuità. Effettivamente.

Un impiegato di Lehman Brothers neoassunto prende 130.000 euro l'anno più 50% di bonus.... neanche il mio direttore prende tanto.

Già.

Iniziato bene, si prosegue meglio, quando iniziamo a parlare della tendenza in atto: "Securitization, derivati, speravo che diminuissero. Speravo che la finanza comprendesse e facesse un po' di pulizia. C'e' stato lo sboom delle obbligazioni e le banche hanno capito che di carry trade si poteva morire".


Il darwinismo della crisi

Tamburi ha una visione molto precisa della crisi, quasi darwiniano.

Ci sarà, afferma, un aumento della polarizzazione. In uno scenario di crisi economica come questa, la polarizzazione si manifesta con aziende che vanno male che perderanno quota di mercato e non riusciranno a sopravvivere, ed aziende che, ben gestite e strategicamente dotate, riusciranno a fare bene.

In un certo senso, la crisi opera una sorta di selezione naturale sulle aziende. La crisi economica è vista come un mezzo per "fare pulizia", anche se, dice Tamburi, si è manifestata una forte inerzia al fare pulizia. Per quale motivo? Perchè le banche hanno interesse a non fare write off.

Tradotto per i meno scorrettamente informati, le banche non hanno interesse a depennare dal loro bilancio i prestiti che hanno fatto e che stanno diventando inesigibili, se non lo sono già.

Perchè si tratterebbe di una manovra dolorosa e con gravi conseguenze di bilancio.

Ed è una operazione che riporta al vero, a chiamare l'attivo con il suo vero nome, il passivo con il suo vero nome, ed a guardare dentro ai buchi.

Tuttavia banche e Vero, come è noto, non vanno molto d’accordo.


La crisi sistemica

Non ci sembrava vero condividere buona parte di quello che diceva il presidente di una società quotata. Ehi capretta, il mondo va alla rovescia! Finalmente l'occasione si è manifestata.

Per Tamburi,
il mercato sa usare le sue sofisticazioni e non credo che si arriverà alla crisi sistemica. Abbiamo superato la crisi del 29, supereremo anche questa, magari con una guerra e con la Cina che arriverà a prendersi mezza Africa.
Nel 2009 ho davvero pensato che stavamo rischiando la crisi sistemica.
Oggi sono relativamente ottimista perchè ritengo che riusciremo a salvarci.

Lo speriamo anche noi, anche se divergiamo in questo caso.

A nostro avviso, stiamo vivendo la più grande crisi sistemica che la storia ricordi, con una serie di spostamenti epocali in atto, su un piano non solo economico, dove ogni spostamento può essere fatale. Per ora nessuno spostamento è stato veramente fatale, ma le forze in gioco sono talmente enormi che è come andare nello spazio con un missile e tornare: le probabilità di tornare solo feriti sono minime.

O si torna, o non si torna.

Nell'ottobre del 2008 siamo partiti.

E siamo ancora in viaggio.


Inflazione e tassi d'interesse, impoverimento e decadenza

Prosegue così:

avremo inflazione, ma non troppa. Avremo un disallineamento tra inflazione e tassi di interesse, con i tassi di interesse che saliranno ma inflazione stabile o poco in ascesa.
Ci sarà impoverimento della popolazione.
SIamo entrati in un periodo di decadenza che sara' lungo anni, forse un secolo. Se vogliamo elaborare una strategia di fronteggiamento, dobbiamo studiare i secoli bui passati e vedere cosa è successo allora

Avremo inflazione, ma non troppa: come a dire che l'enormità di debito generato sarà spalmata nel lungo periodo a colpi di inflazione non troppo alta. Per capirci, niente di drammatico come la repubblica di Weimar o lo Zimbabwe.

E' una opzione che molti uomini di economia pragmatici vedono come possibile. Per noi vale quanto detto sopra riguardo l'enormità delle forze in gioco.

Ed è con la parola "Decadenza", una decadenza lunga anni, forse un secolo o più, che si è chiuso il nostro incontro. Una parola che ha echeggiato nella sala come se fosse il riff dei Nirvana Unplugged, ma meno gradevole.

Ed una guerra, ed una Cina che dominerà.

Veramente....beh, non si è concluso così.

Perchè ormai lo sapete, a noi piace comunque dare un messaggio di speranza.

Perchè comunque, così come in ogni fase di prosperità ci sono aziende che falliscono miseramente, in ogni fase di crisi ci sono aziende che riescono a prosperare. Perfino in questo paese, in un deserto di incompetenza (e malafede) politica e strategica, ci sono comunque alcune vette di eccellenza che riescono ad avere successo in Italia ed all'estero. Queste sono le aziende su cui punta la società che abbiamo incontrato, e che comunque prospera in modo economicamente ed eticamente corretto. Noi preferiamo pensare che comunque la prosperità nei momenti di crisi, anche sistemica, è possibile, e se ci sono riusciti dei freddi uomini di azienda come quelle in cui investe TIP, ogni singolo affezionato lettore ha tutte le risorse per riuscire a vivere la sua propria vita in prosperità. E le risorse le trova ....nel suo Centro.

Di Felice Capretta

2 commenti:

Doctor Who ha detto...

Questi blogger sono ridicoli....fanno tanto gli anticonformisti e poi si accomodano in ginocchio di fronte al primo che li vuole usare....uno che ha consigliato De Benedetti...e abbiamo detto tutto...Ma va là! Saranno le piccole e medie imprese a salvare l' Italia non i Versace e gli Armani...

Vic ha detto...

@ doctor Who: mi sembra tuttavia che la parte del leone la facciano proprio loro. no, no, non gli anticonformisti -che non esistono più, tantomeno tra i blog o la "stampa alternativa"- ma i mega consulenti/economisti che in un modo o nell'altro rimangono venerati, rispettati e cadono in piedi. nonostante i tonfi, nonostante le previsioni sbagliate, nonostante tutto insomma... e dove vogliamo andare?!? condivido a pieno la via d'uscita: le piccole e medie imprese, che tirandosi su le maniche e senza l'aiuto delle banche, il pane a casa continuano a farlo portare..