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lunedì 23 luglio 2012

Piccoli spunti per una terapia del linguaggio

di Pierluigi della Ragione

Spesso il linguaggio che adoperiamo tutti i giorni, codificato dall’uso adottato dai più, nasconde delle incoerenze piccole, a volte grandi, che andrebbero depurate.
Mi capita ogni tanto al telefono, di rispondere a una chiamata commerciale da parte di una persona che non ho mai visto, e che molto improbabilmente vedrò in futuro e che alla fine della conversazione si congeda con un amabilissimo ‘arrivederci’. Non ti ho visto prima, pare che non ti vedrò dopo… cogito, ergo: buona giornata!
Ma questa è del tutto innocua e, diciamoci la verità, chi non l’ha mai fatta! Chissà, forse sarebbe il caso di ripristinare un uso più vario del vecchio caro ‘addio’, che in origine – viene dall’espressione ‘ti raccomando a Dio’ – si usava anche nei commiati non necessariamente definitivi. I questi tempi di crisi…
Ma ce ne sono altre di imprecisioni linguistiche, che possono tradursi, se non siamo attenti, in vere e proprie trappole mentali e culturali, che possono condizionare negativamente il nostro vissuto personale e sociale.
Colloquialmente diciamo che prima di fare le cose, bisogna organizzarsi. Vado in vacanza, prima mi organizzo. E fin qui non facciamo i puntigliosi… Ma possiamo affermare il principio che ‘organizzare viene prima di fare’? A prima vista potrebbe sembrare un assioma inequivocabile. E qui casca l’asino. Anche lui, poverino, abituato a portare carichi tanto pesanti, cade inesorabilmente sotto il peso insopportabile di un’organizzazione quando, ponendosi come necessaria priorità rispetto al fare, diventa rigida e sclerotizzata: incapace di cogliere la realtà nel suo divenire e di porre in atto l’azione veramente efficace, a volte radicalmente innovativa, che essa richiede.
Nell’ordine reale delle cose, ‘il fare viene prima dell’organizzare’. Quando si realizza quest’ordine, l’organizzazione – che il lettore attento avrà intuito che non solo non vuole essere denigrata da questo discorso, ma potenziata al massimo – diventa flessibile e realmente funzionale all’azione, capace di accogliere la novità e il cambiamento quando la realtà lo richiede.
Dulcis in fundo… sorge spontaneo un pensiero per le imminenti vacanze: non ‘organizziamole’ troppo… rischiamo di non fare nulla di veramente bello! Lasciamo sempre spazio alla sorpresa e all’imprevisto: la vita è meravigliosa anche per questo!

1 commento:

Mauri ha detto...

....Fare viene sempre prima di organizzare, ma se non hai chiaro l' obiettivo anche fare potrbbe non servire...quindi: cosa si vuole ottenere?!