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giovedì 28 luglio 2011

Banca Italica e Mr. Impresa

di Massimo Formularo

Qualche sera fa non riuscivo a prendere sonno. Il mio apparato digerente era alle prese con i postumi di una cerimonia di prima comunione, di quelle che per abbondanza ti fanno dubitare della legge d’incompenetrabilità dei corpi. Dopo aver sperimentato uno strano digestivo particolarmente alcolico, suggeritomi da losco figuro conosciuto su nfA, sono finalmente riuscito ad addormentarmi mentre leggevo l’ultimo pezzo di Franco Bocchini e ho fatto uno strano sogno, c’erano due personaggi...

Mr. Impresa: Buongiorno, avrei bisogno di un finanziamento…
Banca Italica: Mi perdoni, ma lei chi è?
Mr. Impresa: Mi chiamo Mr. Impresa e come le dicevo avrei bisogno…
Banca Italica: Mmm, cominciamo maluccio, lei non ha un conto qui?
Mr. Impresa: No, in effetti, no, tuttavia cercavo di dirle…
Banca Italica: Non crede che sarebbe il caso di aprirne uno? In fondo, chiedendoci di erogarle un finanziamento, lei pretende che le accordiamo la nostra fiducia. Non le sembra giusto darci un po' della stessa fiducia aprendo un conto corrente?
Qualche istante di perplessità.
Mr. Impresa: beh, non ha tutti i torti. Francamente non ci avevo pensato. E’ sicuramente una possibilità che potrei prendere in considerazione. Ma come cercavo di dirle…
Banca Italica: Beh, scusi ora che fa? Apriamo il conto corrente e poi mi dice…
Mr. Impresa: Abbia pazienza, io il conto sono anche disposto ad aprirlo, dopo. Ora volevo parlare del finanziamento.
Banca Italica: Mmm, permalosetto? Non è della zona? Non l’ho mai vista in giro.
Mr. Impresa: Beh, ho passato un po’ di tempo all’estero studiando per il dottorato…
Banca Italica: E adesso ha deciso che è ora di comprare casa eh? Bravo. Di che immobile parliamo?
Mr. Impresa: Mi scusi, ma c’è un equivoco. Io vorrei avviare una nuova impresa.
Nuovi istanti di perplessità.
Banca Italica: Naturalmente. Che cosa può offrirci come garanzia?
Mr. Impresa: Mi scusi, ma non vuole sapere di che tipo di impresa si tratta?
Banca Italica: No, no, quello viene dopo. Che cosa può offrire come garanzia del finanziamento?
Mr. Impresa: Veramente io credevo che la solidità del mio progetto fosse sufficiente, ha vinto un premio internazionale per nuove idee…
Banca Italica: Credeva male. Se non ha una garanzia non posso darle il finanziamento
Mr. Impresa: Ma il progetto non vuole neanche vederlo? Ho un business plan sintetico sulla chiavetta usb.
Banca Italica: Un bis che? No qui le chiavette non ce le fanno usare per paura dei virus. Mi spiace ma senza garanzia…
Mr. Impresa: Va beh, allora arrivederci.
Banca Italica: Aspetti, dove va? Il conto corrente non vuole aprirlo?
Mr. Impresa: L’ha dimenticata la storia della fiducia? Se permette il c\c, se proprio devo aprirlo, lo apro da chi mi accorda il finanziamento.
Banca Italica: Mmm, aspetti che vediamo se si può fare qualcosa. Ce l’ha una busta paga?
Mr. Impresa: Perché?
Banca Italica: Perché il progetto non posso finanziarglielo, ma se ha una busta paga potremmo farlo figurare come credito al consumo.
Mr. Impresa: Ho un assegno di ricerca all’università
Banca Italica: Tempo determinato o indeterminato?
Mr. Impresa: Determinato.
Banca Italica: Durata residua?
Mr. Impresa: Credo due anni e mezzo.
Banca Italica: Mmm, volendo un finanziamento a due anni si potrebbe anche montare. I suoi genitori hanno redditi da pensione? Ha una moglie che lavora?
Mr. Impresa: Mi scusi ma io per fare impresa l’università dovrei lasciarla, così non avrei più la “busta paga”.
Banca Italica (ammiccando): Sì, ma questo avverrebbe DOPO aver preso i soldi, no?
Mr. Impresa: Ok, ma non c’è un meccanismo di controllo? Dico, se io prestassi soldi a qualcuno periodicamente vorrei accertarmi di quanto è capace di restituirmeli.
Banca Italica: Ma lei i soldi li vuole o no? Controlli periodici noi non ne facciamo e guardi che è stato all’estero troppo tempo, in Italia per debiti non pagati non è mai morto nessuno.
Mr. Impresa: Beh, se lo dice lei. Che diceva della famiglia?
Banca Italica: Dicevo che lei è un cliente nuovo, probabilmente ci vorrà una fidejussioncina. Di quanto aveva bisogno?
Mr. Impresa: Inizialmente circa 30mila euro.
Banca Italica: Naa sono un po’ troppi per il credito al consumo. Una cifra così, senza ipoteca non gliela finanzia nessuno.
Mr. Impresa: Veramente non capisco. Io non voglio acquistare un bene e poi rimborsare un finanziamento. Io voglio fondare un’impresa. Sono disposto a lasciare il lavoro e a investire i miei risparmi che altro devo fare?
Banca Italica: Mmm ma quindi lei una parte dei soldi ce li ha?
Mr. Impresa: Beh, certo, che domande, non pretendo mica di fare impresa coi soldi degli altri! Poi se avesse letto il business plan avrebbe visto che…
Banca Italica: Impresa coi soldi altrui? E’ stato proprio parecchio all’estero eh? Mi è simpatico e voglio aiutarla, quanto ha da parte?
Mr. Impresa: Circa 20mila euro perché?
Banca Italica: Perché lei ora mi apre un bel conto e ci versa i 20mila. Le presento il direttore e gli racconta di quella cosa che mi diceva il bisex là...
Mr. Impresa: Business plan.
Banca Italica: Esattamente quello, vedrà che un modo per far partire la sua impresa lo troviamo.
Una volta sveglio ho pensato a due finali alternativi per la storia.
1.Finale realistico
Mr. Impresa portò a casa un mirabolante “superconto nuove aziende”, commissioni anticipate per 1,250€ e dopo poco tempo ricevette un rifiuto secco alla domanda di finanziamento perché la garanzia prestata dalla madre, che aveva appena compiuto 70 anni aveva fatto saltare i parametri dell’istruttoria di fido.
2.Lieto fine
Mr. Impresa riuscì ad ottenere l’importo di cui aveva bisogno come somma di 12 forme tecniche di finanziamento diverse, (tra cui una carta di credito revolving) ottenuti da 8 diversi intermediari finanziari (di cui 6 banche). L’operazione complessiva di finanziamento gli costò €2000 in consulenza presso un commercialista (che era anche mediatore creditizio e promotore finanziario, nonché nipote del primo direttore di filiale), €5000 in 'commissioni di intermediazione' (pagate rigorosamente in contanti) tre polizze di assicurazione index linked, nonché la sottoscrizione di un paio di derivati creditizi.
Il progetto imprenditoriale non diede i suoi frutti, perché il business plan aveva sottostimato gli oneri finanziari, ma questa è un’altra storia.


(tratto da noisefromamerika)

2 commenti:

Doctor Who ha detto...

Oggi in Italia la borsa di Milano è crollata a -3,87% così come i titoli di stato. Sui btp in scadenza decennale i rendimenti sono saliti al 6 per cento nel pomeriggio facendo riallargare il differenziale (spread) rispetto ai bund della Germania a 354 punti base...Forse un salutare terremoto potrebbe favorire un sostanziale cambiamento...E' l' ultima strada...

imprenditore disilluso ha detto...

se la storiella la leggesse chi con le banche non si è mai relazionato si metterebbe a ridere e passerebbe alla prossima. purtroppo il riso è, terremoto a parte, la nostra ultima risorsa per non pensare che forse, forse stiamo soccombendo e che il sistema o salta. o salta.
purtroppo il riso è amaro perchè il sistema è così protetto che come sempre, stringeremo la cinghia, lavoreremo il doppio per guadagnare la metà, penseremo all'oggi perchè del doman non c'è certezza e ...paga sempre pantalone.