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mercoledì 11 aprile 2012

Voilà, e d’un tratto diventi Leader!

di Elena Pierini



Fino a ieri eravate concentrati sulla vostra crescita professionale e ora vi ritrovate a dover far crescere professionalmente gli altri.
Eravate un bambino in fasce, siete cresciuti e ora vostro padre vi dice: “Caro figlio, io sono stanco e adesso tocca a te a prendere in mano l’azienda di famiglia!”
Eravate un impiegato che svolgeva al meglio il suo lavoro e, un bel giorno, il vostro “capo” vi promuove: “Il lavoro è aumentato e, dato che hai dimostrato di essere molto bravo, ora occorre che tu gestisca i tuoi colleghi e anche una persona che comincerà tra una settimana!”.


Facevate colloqui alla ricerca di un ruolo di responsabilità e finalmente vi hanno preso come Responsabile di un ufficio, composto da più persone all’interno di una SpA!
Eravate un imprenditore che riusciva a far tutto da solo ma ora avete bisogno di personale che vi dia una mano!
Eravate un manager di successo e vi hanno assunto in un’azienda per sistemare le cose!
Bene! Dopo tanta fatica, oppure a causa del “fato”, quindi o per scelta o per costrizione: ora siete un Leader!
E ora?
Quanti di voi Leader si ritrovano con tante domande e poche risposte concrete e utili su come gestire le persone e far le cose giuste?
Le domande più frequenti dei Leader che si sentono girando per aziende sono spesso queste:
  • Come mai non fa quello che gli chiedo di fare?
  • Come faccio a fargli capire che quella cosa non va fatta come la fa e la continua a fare, nonostante gli abbia detto più volte di non farla così?
  • Come faccio a non farmi chiamare 10 volte al giorno per poi chiedermi sempre le solite cose?
  • Come faccio a renderlo autonomo?
  • Come faccio a fare in modo che mi ascolti quando parlo?
  • Come faccio a sapere se ha capito quello che gli ho spiegato?
  • Come faccio a fargli ottenere dei risultati?
  • Come faccio a non arrabbiarmi se non capisce?
  • Come faccio a fidarmi di lui ed affidargli compiti sempre più importanti?
  • Come faccio a controllarlo quando non sono presente?
  • Come faccio a non perdere il collaboratore migliore?
  • Meglio usare il bastone o la carota?
Il ruolo di Leader richiede comportamenti e atteggiamenti particolari che, per la maggior parte, cominciano ad essere assunti, quando si inizia questo nuovo ruolo.
Prendiamo ad esempio alcune regole in merito alla leadership di Jack Welch, manager del secolo.
Una sua regola dice che dovete dubitare dei vostri collaboratori e non dare mai nulla per scontato, mentre un’altra dice che dovete esibire energia positiva e ottimismo, promuovendo nei collaboratori un atteggiamento fiducioso e possibilista.
Una dice che dovete agire con autorità come i capi tradizionali, mentre un’altra dice che dovete ammettere i vostri errori e sostenere i collaboratori che si assumono dei rischi, specie quando falliscono.
La vita sarebbe molto più facile se la leadership fosse solo un elenco di regole da seguire e imparare a memoria, ma non è così e ogni giorno c’è sempre una nuova sfida!
Sicuramente giorno per giorno avete l’opportunità, e anche il dovere, di migliorare in questo lavoro, dove non si può essere perfetti, in cui metterci sempre il meglio di voi stessi e di mettervi un po’ di più in discussione.
Ogni tanto domandatevi: ”Sono sempre i collaboratori che sbagliano o sono io che ho sbagliato qualcosa con loro?”
I tragici difetti dei Leader secondo Jeffrey Gitomer , uno dei migliori trainer di venditori al mondo, autore di culto, fondatore e presidente di diverse società di marketing, sono: essere prepotente; essere inaccessibile; rispondere o decidere con lentezza; rimproverare in pubblico; non mantenere o infrangere le promesse; non dire la verità; fare favoritismi; essere scostante; non essere tecnologicamente aggiornato; assegnare il compito sbagliato alla persona sbagliata.
Secondo questo grande Leader, come si incoraggia un bambino di un anno a camminare, così si deve fare con i propri collaboratori, affinché questi raggiungano il successo e i risultati.
Ricordatevi che nessuno vuole essere gestito ma tutti desiderano essere guidati!
Elenco di seguito i Principi della leadership di J. Gitomer che, se applicati con coerenza nel tempo, portano al risultato desiderato:
  • La tua filosofia riguardo alla visione della vita e della leadership determina il tuo modo di essere una guida;
  • Il tuo atteggiamento positivo incide su chi ti sta attorno;
  • La tua esperienza e i tuoi successi passati sono d’aiuto e ti rassicurano nel prendere decisioni per il futuro;
  • Quando dirigi dando l’esempio, non vi è nulla che i tuoi collaboratori non farebbero per te e con te;
  • Sii o renditi simpatico;
  • Una comunicazione chiara favorisce la comprensione e l’azione;
  • La responsabilità non viene data, viene presa;
  • La collaborazione porterà rispetto, risultati e reputazione;
  • Fai quanto hai detto, mantieni le promesse;
  • Dedica più di un minuto a elogiare, istruire, informare e addestrare;
  • Riconosci la vittoria e la sconfitta;
  • La capacità di recupero è la forza interiore che ti permette di reagire, intervenire e riprenderti dagli eventi;
  • Il coraggio di rischiare, di essere nel giusto e di sbagliare;
  • Separa i compiti dalle persone, quindi assegnali e combinali in base alla preparazione e propensione della persona;
  • Ricompensa i risultati individuali e di gruppo;
  • Devi guadagnarti, non pretendere, la fiducia e il rispetto;
  • Incoraggia il LORO successo per meritare e ottenere il tuo;
  • Il tuo ascendente sui collaboratori si tradurrà in risultati di successo;
  • La tua reputazione ti precede e ti descrive;
  • L’eredità culturale è costituita da singoli successi impilati l’uno sull’altro.
Diciamo che diventare un Leader è un grande cambiamento e come dice J. Gitomer:
“CAMBIAMENTO NON E’ UNA PAROLACCIA… MA SPESSO LA TUA REAZIONE LO E’!”

1 commento:

imprenditore disilluso ha detto...

utile vademecum.. vi terrò aggiornati sui miglioramenti!!