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lunedì 19 dicembre 2011

A quando il Club dei Debitori?

di Maurizio Blondet

“Abbiamo una bomba atomica da agitare in faccia a tedeschi e francesi: dire loro semplicemente che non paghiamo. Il debito è la nostra arma e dobbiamo usarla per imporre condizioni migliori, perchè è la recessione stessa che ci blocca nell’adempiere l’accordo europeo di rigore di bilancio”. (Lo ha detto Pedro Nuno Santos, vicepresidente del partito socialista portoghese.)
E inoltre: “E’ inconcepibile che i paesi periferici non facciano quel che fanno il presidente francese e la cancelliera tedesca: devono unirsi”.
Finalmente qualcuno l’ha detto. Qualcuno s’è ricordato del detto americano: “Se devi alla tua banca 10 mila dollari, hai un problema. Se le devi 10 milioni di dollari, è la banca ad avere il problema”. Peccato che la voce venga dal Portogallo, paese piccolo e di poco peso, ancorchè la sua economia stia colando a picco (contrazione del 3 per cento del Pil) sotto la terapia rigorista. La voce dovrebbe venire dall’Italia, il peso massimo dei debitori, quello che veramente farebbe tremare le gambe alle banche tedesche se minacciasse di fare default. E ancor più se si mettesse a capo della coalizione dei debitori, con Spagna e Portogallo, Grecia e Irlanda, formeremmo un blocco di tutto rispetto.
Il Portogallo non fa abbastanza paura ai creditori. L’ultimo prestito che sta ottenendo dal Fondo Monetario e dalla UE ammonta a soli 78 miliardi di euro. Una cifretta, per la quale il governo portoghese sta aumentando l’orario lavorativo a 42 ore, mentre ha già tagliato gli stipendi dei pubblici dipendenti del 16 per cento. Se avesse a fianco Roma e Madrid, il discorso sarebbe diverso. In questo momento, il debito, da elemento di debolezza, si può trasformare in forza.
Ovviamente, l’Italia non si metterà a capo del club dei debitori: Mario Monti ci è stato messo sul gobbo apposta per questo, per assicurare i “mercati” e le banche che continueremo a servire il debito a forza di lacrime e sangue. Anche se il debito pubblico è ormai impagabile. Il che significa: mesi ed anni di lacrime e sangue, e alla fine fare default lo stesso.
Interessante il fatto che il portoghese che protesta sia un socialista. Perchè in Francia, anche il ben più importante socialista Francois Hollande (che probabilmente soffierà la poltrona a Sarkozy, vincendo le presidenziali) ha promesso che rinegozierà l’accordo con la Merkel, perchè viola la sovranità francese e soprattutto impone perpetua austerità senza offrire una via d’uscita dalla crisi. “Occorre crescita”, ha detto Hollande.
Anche più interessante, financo la sinistra tedesca leva la voce. Oskar Lafointaine, capo della “Linke”, ha criticato il metodo di “dumping salariale” con cui il governo tedesco attuale ha conquistato competitività a danno dei concorrenti europei, ed ha accusato Merkel e Sarkozy di aver trascinato la Grecia in una spirale discendente, ed ora di stare applicando le stesse “politiche demenziali” all’intera Europa.
Insomma, in Europa le sinistre stanno prendendo posizione contro le austerità inutili. E la sinistra italiana che fa? Sostiene Monti.

Come al solito, perde il treno della storia. E si suicida.
 

1 commento:

Anonimo ha detto...

pur di smettere di stare all'opposizione la nostra sinistra sarebbe in grado di vendersi la madre...patria, e ahimè è quello che fa.