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mercoledì 6 maggio 2009

Libro del mese

"BLUFF". Perché gli economisti non hanno previsto la crisi e continuano a non capirci niente

di Marco Cobianchi
Ed. Orme





QUEI BRAVI ECONOMISTI CHE NON LE AZZECCANO MAI (di Luigi Santambrogio, Fonte Libero)

La tesi del libro è semplice e spiccia: non fidatevi degli economisti che vi spacciano per infallibili i loro modelli matematici ma sbagliano pure i conti della spesa.
Figuriamoci se erano in grado di prevenire la crisi che ha squassato prima la finanza mondiale, poi le banche e le imprese di tutto il mondo. Già dal titolo, si capisce di che parlerà li libro: "Bluff. Perché gli economisti non hanno previsto la crisi e continuano a non capirci niente". Lo edita la casa milanese Orme (126 pagina, euro 12), l'autore è Marco Cobianchi, brillante giornalista economico del settimanale Panorama. Il testo, scritto secondo uno stile easy e scoppiettante, e un’ impietosa galleria di stupidaggini (col senno di poi) dei più prestigiosi economisti italiani. Quelli che per un anno intero ci hanno rassicurato, in cima alle colonne dei grandi giornali, che potevamo stare tranquilli: la crisi era solo una fata morgana dovuta ai colpi di sole dei subprime americani. Robetta, sarebbe presto passata. Anzi, qualcuno di questi sacerdoti giunse persino a esaltare la nuova finanza dei debiti comprati e venduti a catena: così il pericolo di insolvenza veniva ripartito. Il grande vantaggio. dicevano con supponenza, è la diffusione del rischio.
Già, s’è visto come il contagio s‘e diffuso con una velocità che nemmeno il virus dell'aids in Africa ha avuto. E comunque, questi professoroni non giunsero a prevedere che questi divennero ben presto una montagna, anzi mille montagne di titoli tossici.
Per la verità, ci fu qualcuno che già nel 2007 avvertì della catastrofe incombente, venne però subissato dai fischi.
Era l’economista turco americano Nouriel Rubini, in Italia Marco Vitale, il governatore di Bankitalia Draghi e il ministro Tremonti. Gli allegri fischiatori, invece, erano nel club delle firme nobili dei giornaloni Giavazzi, Boeri, Guiso, Onado, Alesina, Vaciago e compagnia contabile. Economisti extra-strong, maître à penser, stakanovisti sopraffini, tra una cattedra in Usa e
contratti garantiti nei primi quotidiani d'Ita1ia. Sul Corriere della Sera, il Sole 24 Ore, la Repubblica raccomandavano al popolo calma e serenità. Semmai, se qualcosa non andava, se la prendessero con la politica. Sbagliarono pure questo consiglio fu Bush, infatti, a salvare le banche americane dal default.

1 commento:

Paolo Minguzzi ha detto...

Sulle previsioni (o non-previsioni) sbagliate degli economisti sono stati scritti libri su libri: per dirne uno, già vent'anni fa Sergio Ricossa se la prendeva con loro. A me sembra, però, che Santambrogio in quest'articolo metta un po' tutti nello stesso calderone. Boeri e Vaciago, per fare due esempi, non mi sembravano così inclini all'ottimismo.