di Nassim Nicholas Taleb
Ho scritto i seguenti dieci princìpi soprattutto nel l'intento di permettere alla vita economica di fronteggiare le necessità del Quarto quadrante dopo la crisi.
1. Quel che è fragile dovrebbe rompersi presto, finché è ancora piccolo
Nulla dovrebbe mai diventare troppo grande per fallire. L'evoluzione nella vita economica aiuta a crescere più degli altri coloro che hanno la massima quantità di rischi nascosti.
2. No alla socializzazione delle perdite e alla privatizzazione dei guadagni
Qualunque cosa possa aver bisogno di essere salvata da un dissesto dovrebbe essere nazionalizzata; qualsiasi cosa non abbia bisogno di essere salvata da un fallimento dev'essere libera, piccola e in grado di affrontare rischi. Noi siamo entrati nelle manifestazioni peggiori del capitalismo e del socialismo. In Francia, negli anni 80 del Novecento, i socialisti hanno assunto il controllo delle banche. Negli Stati Uniti, nel decennio 2001-2010 le banche hanno assunto il controllo del governo. Questa è una cosa surreale.
3. A coloro che hanno guidato uno scuolabus a occhi bendati (e lo hanno distrutto) non si dovrebbe mai affidare un altro autobus
L'establishment economico (le università, i regolamentatori, le banche centrali, i funzionari governativi, varie organizzazioni dotate di un personale formato in gran parte da economisti) perse la sua legittimità in coincidenza con il fallimento del sistema nel 2008. Sarebbe irresponsabile e folle riporre la nostra fiducia nella loro capacità di guidarci fuori da questo disastro. E da irresponsabili anche ascoltare consigli dagli "esperti di rischi" e dagli istituti di scienze commerciali che sostengono ancora le loro misurazioni e che ci hanno ridotto sul lastrico (come il metodo di misurazione del rischio value-at-risk). Scovate le persone intelligenti che hanno le mani pulite.
4. Non lasciare che una persona che si assicura un bonus di incentivazione possa gestire una centrale nucleare, e nemmeno i tuoi rischi finanziari
È molto probabile che una tale persona sia incline a fare tagli sulla sicurezza per presentare questi risparmi come "profitti", sostenendo di essere "prudente".
I bonus non si conciliano con i rischi nascosti di gravi imprevisti. È stata l'asimmetria del sistema dei bonus a condurci alla situazione attuale. Non ci sono incentivi senza disincentivi: il capitalismo distribuisce premi e punizioni, non solo premi.
5. Bilancia la complessità con la semplicità
La complessità derivante dalla globalizzazione e da una vita economica riccamente organizzata in reti ha bisogno di essere controbilanciata dalla semplicità nei prodotti finanziari. L'economia complessa è già una forma di leverage o di potenziamento dell'efficienza economica attraverso il debito. L'aggiunta di debiti a tale sistema può condurre a gorghi sfrenati e pericolosi e non concede spazio a errori. I sistemi complessi sopravvivono grazie al ristagno e alla ridondanza, non grazie al debito e all'ottimizzazione. Il capitalismo non può evitare manie e bolle. Le bolle azionarie (come nel 2000) si sono rivelate moderate; le bolle di debiti sono maligne.
6. Non dare ai bambini candelotti di dinamite, anche se hanno un'etichetta di garanzia
I prodotti finanziari complessi non devono essere proibiti per il fatto che nessuno li capisce e che solo poche persone sono abbastanza razionali da saperlo. Noi abbiamo bisogno di proteggere i cittadini da se stessi, dalle banche che vendono loro prodotti per la copertura delle perdite e da regolamentatori creduloni che danno ascolto ai teorici economici.
7. Soltanto gli schemi di Ponzi dovrebbero dipendere dalla fiducia. I governi non dovrebbero mai avere bisogno di "ripristinare la fiducia"
In uno schema di Ponzi (il più famoso dei quali è stato quello perpetrato da Bernard Madoff), una persona usa i fondi affidatigli da investitori recenti per restituire i loro fondi a investitori anteriori che desiderano recedere da un investimento. Le dicerie a cascata sono un prodotto di sistemi complessi. I governi non possono fermare le voci. Semplicemente, noi dovremmo essere in grado di ignorarle, di essere robusti a esse.
8. Non dare a un tossicodipendente altre droghe se ha crisi di astinenza
Prestare denaro a chi soffre per un indebitamento eccessivo nell'intento di aiutarlo ad alleviare i suoi problemi non è omeopatia, è rifiuto. La crisi per indebitamento non è un problema temporaneo, bensì un problema strutturale. Noi dobbiamo recuperare i tossicodipendenti.
9. I cittadini non dovrebbero dipendere da risorse finanziarie come depositi di valori e non dovrebbero fare affidamento sui consigli di "esperti fallibili" per il loro pensionamento.
La vita economica dovrebbe essere definanzializzata. Noi dovremmo imparare a non usare i mercati come depositi di valore; essi non contengono le certezze che possono richiedere i normali cittadini, nonostante le opinioni degli "esperti". Gli investimenti dovrebbero essere destinati all'intrattenimento. I cittadini dovrebbero provare ansia per le loro attività economiche (che controllano), non per i loro investimenti (che non controllano).
10. Fai un'omelette con le uova rotte
Infine, nella crisi del 2008 non si trattò di riparare i guasti con metodi di fortuna, non più di quanto si possa rattoppare una barca dallo scafo marcio con soluzioni provvisorie. Abbiamo bisogno di costruire la nuova chiglia con un nuovo materiale (più robusto); dovremo rifare il sistema prima che esso si rifaccia da sé. Scegliamo di passare a un'economia robusta aiutando ciò che deve rompersi a rompersi da solo, convertendo il debito in azioni, marginalizzando le scuole di economia e di business, chiudendo i Nobel in economia, proibendo l'acquisto di società mediante finanziamenti attraverso debiti, confinando i banchieri nell'ambito che compete loro, recuperando gli indennizzi di coloro che ci hanno condotti in una certa situazione (esigendo, per esempio, la restituzione dei fondi pagati a Robert Rubin o ai banksters, le cui ricchezze sono state incrementate dalle tasse versate dai docenti scolastici) e insegnando alle persone a navigare in un mondo con meno certezze.
E a quel punto vedremo una vita economica più vicina al nostro ambiente biologico: aziende minori, un'ecologia più ricca, nessun uso speculativo di capitale avuto a prestito, in un mondo in cui sono gli imprenditori, non le banche, ad affrontare i rischi e in cui ogni giorno nascono e muoiono aziende senza fare notizia.
( Tratto da Il Sole 24 Ore)
Ho scritto i seguenti dieci princìpi soprattutto nel l'intento di permettere alla vita economica di fronteggiare le necessità del Quarto quadrante dopo la crisi.
1. Quel che è fragile dovrebbe rompersi presto, finché è ancora piccolo
Nulla dovrebbe mai diventare troppo grande per fallire. L'evoluzione nella vita economica aiuta a crescere più degli altri coloro che hanno la massima quantità di rischi nascosti.
2. No alla socializzazione delle perdite e alla privatizzazione dei guadagni
Qualunque cosa possa aver bisogno di essere salvata da un dissesto dovrebbe essere nazionalizzata; qualsiasi cosa non abbia bisogno di essere salvata da un fallimento dev'essere libera, piccola e in grado di affrontare rischi. Noi siamo entrati nelle manifestazioni peggiori del capitalismo e del socialismo. In Francia, negli anni 80 del Novecento, i socialisti hanno assunto il controllo delle banche. Negli Stati Uniti, nel decennio 2001-2010 le banche hanno assunto il controllo del governo. Questa è una cosa surreale.
3. A coloro che hanno guidato uno scuolabus a occhi bendati (e lo hanno distrutto) non si dovrebbe mai affidare un altro autobus
L'establishment economico (le università, i regolamentatori, le banche centrali, i funzionari governativi, varie organizzazioni dotate di un personale formato in gran parte da economisti) perse la sua legittimità in coincidenza con il fallimento del sistema nel 2008. Sarebbe irresponsabile e folle riporre la nostra fiducia nella loro capacità di guidarci fuori da questo disastro. E da irresponsabili anche ascoltare consigli dagli "esperti di rischi" e dagli istituti di scienze commerciali che sostengono ancora le loro misurazioni e che ci hanno ridotto sul lastrico (come il metodo di misurazione del rischio value-at-risk). Scovate le persone intelligenti che hanno le mani pulite.
4. Non lasciare che una persona che si assicura un bonus di incentivazione possa gestire una centrale nucleare, e nemmeno i tuoi rischi finanziari
È molto probabile che una tale persona sia incline a fare tagli sulla sicurezza per presentare questi risparmi come "profitti", sostenendo di essere "prudente".
I bonus non si conciliano con i rischi nascosti di gravi imprevisti. È stata l'asimmetria del sistema dei bonus a condurci alla situazione attuale. Non ci sono incentivi senza disincentivi: il capitalismo distribuisce premi e punizioni, non solo premi.
5. Bilancia la complessità con la semplicità
La complessità derivante dalla globalizzazione e da una vita economica riccamente organizzata in reti ha bisogno di essere controbilanciata dalla semplicità nei prodotti finanziari. L'economia complessa è già una forma di leverage o di potenziamento dell'efficienza economica attraverso il debito. L'aggiunta di debiti a tale sistema può condurre a gorghi sfrenati e pericolosi e non concede spazio a errori. I sistemi complessi sopravvivono grazie al ristagno e alla ridondanza, non grazie al debito e all'ottimizzazione. Il capitalismo non può evitare manie e bolle. Le bolle azionarie (come nel 2000) si sono rivelate moderate; le bolle di debiti sono maligne.
6. Non dare ai bambini candelotti di dinamite, anche se hanno un'etichetta di garanzia
I prodotti finanziari complessi non devono essere proibiti per il fatto che nessuno li capisce e che solo poche persone sono abbastanza razionali da saperlo. Noi abbiamo bisogno di proteggere i cittadini da se stessi, dalle banche che vendono loro prodotti per la copertura delle perdite e da regolamentatori creduloni che danno ascolto ai teorici economici.
7. Soltanto gli schemi di Ponzi dovrebbero dipendere dalla fiducia. I governi non dovrebbero mai avere bisogno di "ripristinare la fiducia"
In uno schema di Ponzi (il più famoso dei quali è stato quello perpetrato da Bernard Madoff), una persona usa i fondi affidatigli da investitori recenti per restituire i loro fondi a investitori anteriori che desiderano recedere da un investimento. Le dicerie a cascata sono un prodotto di sistemi complessi. I governi non possono fermare le voci. Semplicemente, noi dovremmo essere in grado di ignorarle, di essere robusti a esse.
8. Non dare a un tossicodipendente altre droghe se ha crisi di astinenza
Prestare denaro a chi soffre per un indebitamento eccessivo nell'intento di aiutarlo ad alleviare i suoi problemi non è omeopatia, è rifiuto. La crisi per indebitamento non è un problema temporaneo, bensì un problema strutturale. Noi dobbiamo recuperare i tossicodipendenti.
9. I cittadini non dovrebbero dipendere da risorse finanziarie come depositi di valori e non dovrebbero fare affidamento sui consigli di "esperti fallibili" per il loro pensionamento.
La vita economica dovrebbe essere definanzializzata. Noi dovremmo imparare a non usare i mercati come depositi di valore; essi non contengono le certezze che possono richiedere i normali cittadini, nonostante le opinioni degli "esperti". Gli investimenti dovrebbero essere destinati all'intrattenimento. I cittadini dovrebbero provare ansia per le loro attività economiche (che controllano), non per i loro investimenti (che non controllano).
10. Fai un'omelette con le uova rotte
Infine, nella crisi del 2008 non si trattò di riparare i guasti con metodi di fortuna, non più di quanto si possa rattoppare una barca dallo scafo marcio con soluzioni provvisorie. Abbiamo bisogno di costruire la nuova chiglia con un nuovo materiale (più robusto); dovremo rifare il sistema prima che esso si rifaccia da sé. Scegliamo di passare a un'economia robusta aiutando ciò che deve rompersi a rompersi da solo, convertendo il debito in azioni, marginalizzando le scuole di economia e di business, chiudendo i Nobel in economia, proibendo l'acquisto di società mediante finanziamenti attraverso debiti, confinando i banchieri nell'ambito che compete loro, recuperando gli indennizzi di coloro che ci hanno condotti in una certa situazione (esigendo, per esempio, la restituzione dei fondi pagati a Robert Rubin o ai banksters, le cui ricchezze sono state incrementate dalle tasse versate dai docenti scolastici) e insegnando alle persone a navigare in un mondo con meno certezze.
E a quel punto vedremo una vita economica più vicina al nostro ambiente biologico: aziende minori, un'ecologia più ricca, nessun uso speculativo di capitale avuto a prestito, in un mondo in cui sono gli imprenditori, non le banche, ad affrontare i rischi e in cui ogni giorno nascono e muoiono aziende senza fare notizia.
( Tratto da Il Sole 24 Ore)
2 commenti:
e sì che l'ho riletto due volte! ma continuano ad esserci aspetti che non mi tornano. sorvolo su quanto ha scritto di auspicabile ma di difficilmente applicabile (sembra di sentire l'opposizione classica all'italiana, che ha le idee geniali ma poi non si sa mai come metterle in pratica) e anche sulle considerazioni se nazionalizzare o meno le perdite (mi sembra ci sia una contraddizione ma sono convinta di non essere riuscita a carpirne il senso) e mi concentro sull'ultima frase, quella delle banche e chiedo aiuto perchè la voglio proprio capire: le banche non si occupano solo di piani pensionistici! come si fa a sostenere che in un'economia fantastica e disegnata a tavolino solo gli imprenditori dovrebbero fallire e mai le banche?! ma per banca vogliamo ancora intendere quell'istituto di credito che, appunto, è nato per dare credito?! o vogliamo farla diventare una cassa di depositi? perchè se questa è la trasformazione (e ci siamo abbastanza vicini a vedere come vanno le cose) allora certamente la realtà si conformerà al modello disegnato da Taleb. ma per vedere le banche indebitate e impenitenti continuare a stare sul mercato e imprenditori fallire senza fare notizia, beh, basata svegliarsi in una normalissima mattina dell'incombente autunno 2010...
...Taleb parla della necessità di definanzializzare la vita economica: ovvero fare in modo che i cittadini non "giochino" con i loro risparmie le loro pensioni con rischiosi investimenti e facendo in modo che le banche tornino afare le banche...ovvero finanzino imprese e attività. Oggi il 75% degli introiti delle banche viene da attività finanziarie altamente speculative...Adessi Taleb è consigliere di Cameron...vediamo se saprà mettere in pratica qualche sua regola aurea...
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