di Doctor Who
E’ frequente negli ultimi mesi imbattersi in aziende in crisi. Intendiamoci, ci sono anche realtà che vanno bene, ma il panorama generale è prevalentemente di crisi e i dati forniti dall’INPS sulla cassa integrazione confermano le impressioni.
Molto spesso con i piccoli e medi Imprenditori che incontriamo cerchiamo di trovare soluzioni ragionevoli alla crisi e soprattutto alla mancanza di liquidità che è il risultato più evidente e tangibile delle difficoltà. A volte riusciamo a trovare delle soluzioni, altre volte il contesto operativo è difficile. Un comune denominatore dei grandi Imprenditori che incontriamo è l’integrità personale e professionale che spesso non si percepisce, ma che noi vediamo nelle loro azioni quotidiane. Indipendentemente dalle dimensioni dell’ azienda, la maggior parte di questi ha continuato ad indebitarsi, mettendo in garanzia anche l’ immobile di residenza per cercare di salvaguardare la maggior parte dei posti di lavoro. Il rapporto tra questi dipendenti e il loro datore di lavoro in questi contesti è molto stretto e le fortune dell’azienda spesso dipendono dall’impegno e dalla tenacia dei dipendenti che condividono fortemente un’idea progettuale dell’Imprenditore. Quasi una famiglia insomma. Eroi nel silenzio.
D’altro lato incontriamo anche imprenditori “macchietta”. Beneficiari feudali pieni di sè che si ritrovano in mano un’azienda perché l’hanno ereditata, per caso o perché si sono trovati al posto giusto nel momento giusto...comunque persone che si sono ritrovate in mano una fortuna che solo apparentemente hanno contribuito a costruire. Alcuni di questi, i pochi consapevoli di propri limiti culturali e professionali, mantiene il controllo e la proprietà e affida la gestione aziendale a manager avveduti e questo è un merito. La maggior parte degli altri, con notevoli limiti di cultura aziendale vive di nullità, di immagine e di poco altro. Anche le aziende di questi imprenditori sono in crisi e risentono del momento poco propizio. Ma se si analizzano a fondo i motivi di crisi ci si imbatte tra l’altro, in mancanza di idee, di programmazione, in pessima capacità gestionale e poco buon senso nella gestione dei collaboratori e dei Talenti che fanno la differenza in ogni realtà. Per molti di questi imprenditori l’azienda è spesso un bancomat o una cassaforte a cui attingere per soddisfare i propri capricci, le proprie idee velleitarie, i progetti insensati. Per soddisfare la propria voglia di Porsche e simili e per assicurarsi l’ ultima borsetta Vuitton o Hermes... Per loro i dipendenti e collaboratori sono spesso solo numeri e nulla più... Capitani coraggiosi che, a differenza degli Imprenditori con la I maiuscola di cui sopra, chiedono sacrifici a tutti senza rinunciare a nulla. Cercano responsabilità in ogni angolo senza domandarsi mai dove sono i loro errori e le loro responsabilità... In momenti di crisi come questi il loro motto è perentorio: “armiamoci e partite...”; tragicamente ridicoli.
Incapaci di comprendere un principio base di gestione aziendale che dice che solo ciò che aggiunge Valore, merita di stare in un’organizzazione, saranno presto preda di inesorabili processi disorganizzativi delle loro realtà. Il mercato non è razionale,non perdona ed è il vero disgregatore. Per questi imprenditori il Fallimento più che il Successo è auspicabile. Il fallimento di queste realtà rappresenta il carburante ecologico e pulito di cui il mercato si nutre e ha bisogno. L’ultima crisi ha contribuito a velocizzare questi processi e per questi motivi, secondo me, è Benvenuta. E’ una questione di tempo. Basta saper attendere.
E’ frequente negli ultimi mesi imbattersi in aziende in crisi. Intendiamoci, ci sono anche realtà che vanno bene, ma il panorama generale è prevalentemente di crisi e i dati forniti dall’INPS sulla cassa integrazione confermano le impressioni.
Molto spesso con i piccoli e medi Imprenditori che incontriamo cerchiamo di trovare soluzioni ragionevoli alla crisi e soprattutto alla mancanza di liquidità che è il risultato più evidente e tangibile delle difficoltà. A volte riusciamo a trovare delle soluzioni, altre volte il contesto operativo è difficile. Un comune denominatore dei grandi Imprenditori che incontriamo è l’integrità personale e professionale che spesso non si percepisce, ma che noi vediamo nelle loro azioni quotidiane. Indipendentemente dalle dimensioni dell’ azienda, la maggior parte di questi ha continuato ad indebitarsi, mettendo in garanzia anche l’ immobile di residenza per cercare di salvaguardare la maggior parte dei posti di lavoro. Il rapporto tra questi dipendenti e il loro datore di lavoro in questi contesti è molto stretto e le fortune dell’azienda spesso dipendono dall’impegno e dalla tenacia dei dipendenti che condividono fortemente un’idea progettuale dell’Imprenditore. Quasi una famiglia insomma. Eroi nel silenzio.
D’altro lato incontriamo anche imprenditori “macchietta”. Beneficiari feudali pieni di sè che si ritrovano in mano un’azienda perché l’hanno ereditata, per caso o perché si sono trovati al posto giusto nel momento giusto...comunque persone che si sono ritrovate in mano una fortuna che solo apparentemente hanno contribuito a costruire. Alcuni di questi, i pochi consapevoli di propri limiti culturali e professionali, mantiene il controllo e la proprietà e affida la gestione aziendale a manager avveduti e questo è un merito. La maggior parte degli altri, con notevoli limiti di cultura aziendale vive di nullità, di immagine e di poco altro. Anche le aziende di questi imprenditori sono in crisi e risentono del momento poco propizio. Ma se si analizzano a fondo i motivi di crisi ci si imbatte tra l’altro, in mancanza di idee, di programmazione, in pessima capacità gestionale e poco buon senso nella gestione dei collaboratori e dei Talenti che fanno la differenza in ogni realtà. Per molti di questi imprenditori l’azienda è spesso un bancomat o una cassaforte a cui attingere per soddisfare i propri capricci, le proprie idee velleitarie, i progetti insensati. Per soddisfare la propria voglia di Porsche e simili e per assicurarsi l’ ultima borsetta Vuitton o Hermes... Per loro i dipendenti e collaboratori sono spesso solo numeri e nulla più... Capitani coraggiosi che, a differenza degli Imprenditori con la I maiuscola di cui sopra, chiedono sacrifici a tutti senza rinunciare a nulla. Cercano responsabilità in ogni angolo senza domandarsi mai dove sono i loro errori e le loro responsabilità... In momenti di crisi come questi il loro motto è perentorio: “armiamoci e partite...”; tragicamente ridicoli.
Incapaci di comprendere un principio base di gestione aziendale che dice che solo ciò che aggiunge Valore, merita di stare in un’organizzazione, saranno presto preda di inesorabili processi disorganizzativi delle loro realtà. Il mercato non è razionale,non perdona ed è il vero disgregatore. Per questi imprenditori il Fallimento più che il Successo è auspicabile. Il fallimento di queste realtà rappresenta il carburante ecologico e pulito di cui il mercato si nutre e ha bisogno. L’ultima crisi ha contribuito a velocizzare questi processi e per questi motivi, secondo me, è Benvenuta. E’ una questione di tempo. Basta saper attendere.
2 commenti:
...concordo questi sono proprio degli inetti...purtroppo con la pelle degli altri.
Il mercato, per come si sta evolvendo finanziariamente e per gli sconquassi che produrrà, non farà prigionieri. Io non mi preoccuperei, questi capitani coraggiosi faranno la fine di Capitan Uncino...!
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